D’un tratto,
scendi da un pullman e ti accorgi che non te ne frega un cazzo. Passo sicuro,
voce possente. Niente più dubbi, angoscia. Niente. D’un tratto, il cielo
nero che fa da sfondo alle rosse tegole
di un vecchissimo tetto, non ti sfiora più.
La gelida
lama di una fredda serata non ti ferisce più. Le calde note di una canzone
dolorosa non ti emozionano più.
A poco a
poco, la luce cambia. Impari a notare le orme del tempo, dei progressi di una
giovinezza che si forma e diventa maturità, s’indora. Sale quasi allo zenit. Il
ragazzo che aveva imparato a memoria lunghi frammenti di Omero e si
appassionava di poesia raffinata spinto dall’amore e dal dolore è divenuto
uomo.
È libero.
Racchiude in sé tutti i doni contenuti in quell’istante di tempo.
La vera
saggezza, se ci capisci qualcosa, consiste nella consapevolezza di tutto un
succedersi di eventualità che costituisce la vita stessa.
D’un tratto,
ti svegli una mattina e ti accorgi che sei libero.
La vendemmia
è fatta. Il mosto della vita colma i tuoi tini.
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